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- Categoria: Software
- Scritto da Simone Losi
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Il software open source (codice libero) è spesso associato, in maniera troppo semplicistica, al concetto di software gratuito. Questo è sicuramente vero, poter scaricare programmi free è decisamente vantaggioso per le nostre tasche, ma la filosofia alla base del software open source è in realtà la libertà. Libertà di utilizzarlo senza vincoli, distribuirlo (anche a pagamento), modificarlo (in base alle proprie esigenze) e renderlo fruibile per la comunità. Il sistema operativo Linux rappresenta perfettamente questi concetti, rendendo possibile per chiunque equipaggiare un computer (anche vecchiotto e poco performante) con un sistema operativo aggiornato e gratuito. Grazie ad una moltitudine di comunity sparse per il mondo, sono nate nel tempo molte distribuzioni basate sul kernel Linux. Una delle più famose e diffuse è Ubuntu. Utilizzo questo valido sistema da diversi anni e noto con piacere un numero sempre maggiore di utenti migrare da sistemi proprietari (Windows e OS X) a Linux. Spesso però, con la stessa facilità, tornare sui loro passi con le problematiche del caso (formattazioni, partizioni da ricostruire, ecc…). I motivi possono essere i più svariati (anche una webcam che non funziona), ma fondamentalmente penso sia dovuto ad un fisiologico periodo di adattamento alla logica Linux, decisamente molto diversa da quella Windows. Per questo motivo consiglio, prima di effettuare un’installazione esclusiva sul disco del PC, un periodo di prova su macchina virtuale o al limite in condivisione con l’altro sistema, il cosiddetto dual boot (doppio avvio). In questa guida, step by step, vedremo in particolare come:
- Installare il programma gratuito di virtualizzazione Oracle VirtualBox;
- Scaricare l’ultima versione disponibile di Ubuntu in formato ISO;
- Montare l’immagine ISO con Virtual CloneDrive;
- Installare la distribuzione Linux su VM (il procedimento è pressoché identico se si sceglie il dual boot).